Emergono nuovi aggiornamenti in merito ai possibili candidati per subentrare a Ivan Juric sulla panchina dell’As Roma
Dopo una manciata di partite la panchina della Roma inizia nuovamente a tremare e, in tal senso, il match con il Torino di stasera e quello con il Verona del prossimo weekend saranno realmente decisivi per convincere o meno la proprietà Friedkin a sbarcare nella città eterna per dar il ben servito anche al tecnico croato.
Per i giallorossi si tratterebbe del secondo esonero del giro di poche settimane, il che renderebbe a dir poco spiacevole il rapporto tra soldi investiti e risultati ottenuti.
Tuttavia, in questo momento pare che, a prescindere dai risultati che la Roma del tecnico croato riuscirà ad ottenere nel corso dei prossimi giorni, i vertici capitolini stiano tastando il terreno degli allenatori disponibili con una certa insistenza, nell’ennesimo tentativo di invertire la rotta di una stagione a dir poco controversa.
Nel corso delle ultime ore sono emerse nuove indiscrezioni in merito al profilo più chiacchierato tra i corridoi del centro sportivo Fulvio Bernardini, dove la figura di Ivan Juric sembrerebbe aver perso definitivamente la fiducia dei vertici capitolini.
Mancini per il post Juric: cosa sta succedendo
Nel corso di una diretta Twitch (ancora in corso) sul canale ‘DajeAleOfficial’, la nostra redazione e Alessio Manieri (DajeAle) hanno delineato e svelato le preferenze manifestate dai vertici giallorossi per un eventuale post Juric.
Nonostante le insistenti voci relative ad un possibile ritorno di Daniele De Rossi all’interno del centro sportivo giallorosso, pare che l’opzione DDR sia oramai tramontata, come quella relativa a Claudio Ranieri, a Davide Ballardini, Edin Terzić e Vincenzo Montella.
Al contrario, il profilo che più di tutti parrebbe stuzzicare la dirigenza romana risponde al nome di Roberto Mancini. L’ex CT nerazzurro appare attualmente come l’alternativa più blasonata e desiderabile per i vertici dell’AS Roma, che, tuttavia si troverebbero a scontrarsi con due ostacoli: da una parte vi è l’ostica questione della fiscalità, dato che la bandiera della Sampdoria – in seguito all’esonero da CT dell’Arabia Saudita – si troverebbe a doversi barcamenare tra la burocrazia araba e quella italiana; dall’altra ecco l’impossibilità di presentare a Mancini un progetto temporaneo con un contratto di sette mesi, vista l’importanza della sua figura professionale.